Benito Mussolini e il respingimento degli ultimi ebrei croati verso la morte
Il documento pubblicato qui di seguito [Documento 2; AllegatoA-Mussolini.respinti.JPG] ha una notevole importanza storica.
E’ un Appunto del 4 ottobre 1942 per Benito Mussolini, e con un’annotazione su esso il dittatore si espresse a favore del destino di morte di un gruppo di ebrei. Più precisamente, assegnando il corretto significato a ciascun vocabolo, il creatore e conduttore del fascismo italiano ordinò una politica di respingimento di ebrei sulla frontiera italo-croata nella piena consapevolezza che essa avrebbe determinato la “sicura morte” dei respinti.
Ho reperito il documento grazie alle preziose segnalazioni di Giorgio Fabre e Anna Pizzuti, che ringrazio.
In questa sede lo presento assieme a un documento di poco precedente, del 21 agosto 1942, già noto [Documento 1], poiché la loro interrelazione getta maggiore luce su entrambi.
Si tratta di Appunti dattiloscritti, destinati a Mussolini, sui quali egli appose a mano le proprie indicazioni.
L’Appunto del 21 agosto 1942 fu sottoposto a Mussolini quale capo del governo e duce del fascismo dal gabinetto del ministro degli Affari esteri Galeazzo Ciano; quello del 4 ottobre gli fu sottoposto quale ministro dell’Interno dal capo della polizia. Entrambi contenevano la richiesta di sue “decisioni” o “determinazioni”.
Gli Appunti concernevano il destino degli ebrei tuttora presenti nel Nezavisna Država Hrvatska (NDH; Stato Indipendente Croato). Il NDH era stato costituito subito dopo l’invasione della Jugoslavia da parte delle potenze dell’Asse il 6 aprile 1941. Era governato dagli ustascia, che sin dall’inizio attuarono una dura persecuzione di serbi, zingari ed ebrei, presto sfociata in innumerevoli uccisioni. La fascia sud-occidentale del NDH (dalla costa adriatica per quaranta-ottanta chilometri nell’interno), era presidiata dall’esercito italiano, che nei mesi qui in questione vi esercitava anche alcuni poteri civili. Lì si erano rifugiati vari ebrei. Altri ebrei erano rimasti in vita nelle città dello Stato croato, essendo stati risparmiati dal carattere non sistematico della furia omicida degli ustascia. Altri ancora vivevano in clandestinità (nascosti in case ospitali o impegnati nella Resistenza).
Nell’estate 1942 il Terzo Reich e il NDH concordarono l’arresto (ustascia) e la deportazione (nazista) degli ebrei rintracciabili nelle città. Gli arresti iniziarono l’8 agosto e le deportazioni il successivo 13 (Goldstein 2016, 364-365).
I due Appunti concernevano rispettivamente gli ebrei presenti nella suddetta fascia sud-occidentale (il primo) e quelli che dalla Croazia settentrionale fuggivano verso la provincia italiana di Lubiana (il secondo).
La politica dell’Italia fascista verso gli ebrei che nel 1941-1943 si dirigevano dalla Croazia ustascia verso le aree presidiate, occupate o annesse dall’Italia, e specialmente verso la provincia di Fiume, fu complessa e cangiante nel tempo. L’ho parzialmente riassunta in un mio recentissimo studio, nel quale ho menzionato anche il documento del 4 ottobre 1942 e al quale rimando per il contesto e ulteriori dettagli (Sarfatti 2017).
L’Appunto degli Esteri del 21 agosto è già noto (è stato riprodotto in Carpi 1977, 512; Steinberg 1990, 2; Steinberg 1997, 8; Leggi 2004, 181; e riportato in MAE 1989, 61). Esso riferiva che il ministro degli Esteri tedesco sollecitava che “anche” nella zona occupata dall’Italia venisse applicato l’accordo tedesco-croato di deportazione degli ebrei “di Croazia” nei “territori orientali”. L’estensore precisava che secondo i diplomatici italiani a Zagabria l’accordo era finalizzato alla “liquidazione degli ebrei in Croazia”, espressione che manteneva una certa ambiguità relativamente al significato di “in”. Ma aggiungeva che il rappresentante dell’ambasciata tedesca a Roma aveva “lasciato comprendere” che la finalità era quella della loro “eliminazione”.
Era la prima volta che il governo tedesco (Ribbentrop, e pertanto anche Hitler) chiedeva direttamente ed esplicitamente a quello italiano la consegna di ebrei per ucciderli (“nei territori orientali”); quindi era a quel governo che Mussolini rispose con la sua annotazione, pur se essa era indirizzata a chi gli aveva sottoposto l’Appunto.
Come è noto, il “duce” scrisse sul foglio le parole “nulla osta”.
In linea generale, nel linguaggio burocratico italiano quella locuzione era (ed è) utilizzata dall’autorità interpellata per esprimere un parere favorevole con l’avvertenza che la decisione definitiva e il relativo ordine esecutivo erano (sono) di competenza dell’autorità interpellante, cui spettava (spetta) tenere conto di eventuali altri aspetti della questione. Nel caso qui in questione, quest’ultima autorità era il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano. Tuttavia va rilevato che l’Appunto si rivolgeva al Duce, ossia al capo assoluto del governo e del fascismo, e che non proponeva opzioni bensì chiedeva “decisioni”. Per questo “nulla osta” ebbe significato di “sì”, ovvero di consenso alla richiesta tedesca. Qualche giorno dopo, Luca Pietromarchi, il dirigente dell’ufficio del Ministero degli affari esteri addetto ai territori annessi o occupati nei Balcani, annotò sul proprio Diario: “Il Duce ha disposto la consegna ai Tedeschi degli Ebrei che si trovano nei territori croati da noi occupati” (AFLE, 24 agosto 1942).
Il secondo Appunto qui pubblicato fu sottoposto a Mussolini dal capo della polizia il 4 ottobre 1942 (quarantaquattro giorni dopo). A differenza del precedente, esso non menzionava l’accordo tedesco-croato, non concerneva i rapporti con il Terzo Reich, non menzionava progetti nazisti di “eliminazione”, riguardava un territorio che era entrato a far parte integrante dello Stato italiano (la provincia di Lubiana) e non una zona occupata o presidiata, concerneva ebrei che cercavano di entrare in aree italiane e non ebrei già presenti. Era invece uguale al precedente, anzi maggiormente esplicito, laddove indicava la prospettiva generalizzata della “sicura morte” (in Croazia) per gli ebrei.
L’Appunto iniziava ricordando che precedentemente Mussolini aveva concesso la possibilità di alcuni ingressi di ebrei dalla Croazia in Italia, in caso di provato pericolo di uccisione (Sarfatti 2017, 172) e proseguiva illustrando la “ripresa” dell’afflusso, in particolare verso la provincia di Lubiana, di ebrei minacciati di “sicura morte”.
Differentemente da quanto fatto in agosto da Ciano, l’Appunto del capo della polizia esplicitava una chiara opzione: accoglienza o respingimento, e chiedeva una “determinazione” precisa, di natura ovviamente “superiore”. Mussolini optò per la seconda possibilità e scrisse sul foglio: “respinti”.
L’Appunto del 21 agosto 1942 aveva informato il dittatore che il Terzo Reich aveva progettato e stava attuando (in accordo col NDH), un piano di deportazione degli ebrei tuttora vivi in Croazia, al fine di “eliminarli”. Pur in assenza di una specifica attestazione documentaria, io ritengo certo che egli abbia messo in connessione l’Appunto di ottobre con quello di agosto e abbia considerato che gli ebrei della Croazia settentrionale erano oggetto del medesimo progetto segnalatogli per gli ebrei della Croazia sud-occidentale: arresto ustascia e deportazione nazista sfociante nell’uccisione massiva.
Così, mentre l’Appunto del 4 ottobre conferma l’anzidetto significato di “nulla osta”, l’Appunto del 21 agosto chiarisce il contesto del successivo “respinti”. Le due direttive si arricchiscono a vicenda e attestano che nell’estate-autunno 1942 Mussolini fu messo a conoscenza, scelse liberamente, decise volontariamente di collaborare al genocidio degli ebrei croati.
Nota di aggiornamento. Il 10 luglio 2017 ho aggiornato il testo con i dati dell'articolo pubblicato su "Italia Contemporanea".
Avvertenza (collocazione e concessione)
L’Appunto del 4 ottobre 1942 con annotazione è qui pubblicato in trascrizione [Documento 2] e in scansione [Allegato A]. La collocazione del documento è: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Repubblica sociale italiana, cat. A16 Stranieri (1943-1944), b. 13, fasc. Ebrei stranieri ex-jugoslavi, Direzione generale della pubblica sicurezza, n. 443/152826, Appunto [per Mussolini], 4 ottobre 1942, con annotazioni autografe di Benito Musolini.
La scansione è pubblicata su concessione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, con autorizzazione dell’Archivio centrale dello Stato, n. 1467/2017.
Riferimenti bibliografici
AFLE, 24 agosto 1942 – Archivio Fondazione Luigi Einaudi, Fondo Luca Pietromarchi, Luca Pietromarchi, Diario, 24 agosto 1942.
Carpi 1977 – Daniel Carpi, The Rescue of Jews in the Italian Zone of Occupied Croatia, in Yisrael Gutman, Ephraim Zuroff (a cura di), Rescue Attempts During the Holocaust. Proceedings of the Second Yad Vashem International Historical Conference, April 1974, Jerusalem 1977, pp. 465-525.
Goldstein 2016 – Ivo Goldstein, Slavko Goldstein, The Holocaust in Croatia, University of Pittsburgh Press, Pittsburgh 2016 [ed. or. croata 2001].
Leggi 2004 – Valeria Galimi, Alessandra Minerbi, Liliana Picciotto, Michele Sarfatti, Dalle leggi antiebraiche alla shoah. Sette anni di storia italiana 1938-1945, Skirà, Milano 2004.
MAE 1989 – Ministero degli affari esteri, I documenti diplomatici italiani, serie 9, vol. IX: 21 luglio 1942-6 febbraio 1943, Roma 1989.
Sarfatti 2017 – Michele Sarfatti, Un articolo del 1955 su 5.000 ebrei croati “salvatisi per mezzo del ‘canale’ di Fiume diretto da Giovanni Palatucci”. Una verifica storiografica e documentaria, in “Italia contemporanea”, n. 283, aprile 2107, pp. 147-181.
Steinberg 1990 – Jonathan Steinberg, All or Nothing. The Axis and the Holocaust 1941-1943, London-New York, Routledge, 1990.
Steinberg 1997 – Jonathan Steinberg, Tutto o niente. L’Asse e gli Ebrei nei territori occupati 1941-1943, Mursia, Milano 1997.
DOCUMENTO 1
Ministero degli Affari Esteri
Gabinetto
Appunto per il Duce
Bismarck [Otto von; segretario dell’ambasciata di Germania in Italia] ha dato comunicazione di un telegramma a firma Ribbentrop [Joachim von; ministro degli Esteri di Germania] con il quale questa Ambasciata di Germania viene richiesta di provocare istruzioni alle competenti Autorità Militari italiane in Croazia affinché anche nelle zone di nostra occupazione [la fascia sud-occidentale dello Stato Indipendente Croato] possano essere attuati i provvedimenti divisati da parte germanica e croata per un trasferimento in massa degli ebrei di Croazia nei territori orientali.
Bismarck ha affermato che si tratterebbe di varie migliaia di persone ed ha lasciato comprendere che tali provvedimenti tenderebbero, in pratica, alla loro dispersione ed eliminazione.
L’Ufficio competente [del Ministero degli affari esteri] fa presente che segnalazioni della R. Legazione [d’Italia] a Zagabria inducono a ritenere che, per desiderio germanico, che trova consenziente il Governo ustascia, la questione della liquidazione degli ebrei in Croazia starebbe ormai entrando in una fase risolutiva.
Si sottopone, Duce, quanto precede per le Vostre decisioni.
Roma, 21 agosto 1942-XX
nulla osta M [testo manoscritto da Mussolini sulla parte superiore dell’Appunto]
[Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, Gabinetto 1930-1943, Ufficio armistizio-pace, b. 42 (AG Croazia 35), gabinetto del ministero degli Affari esteri, Appunto per il duce, 21 agosto 1942]
DOCUMENTO 2
Ministero dell’Interno
Direzione generale della pubblica sicurezza
Divisione affari generali e riservati
N. 443/152826
APPUNTO
Dopo lo smembramento della Jugoslavia, numerosi ebrei residenti nel territorio ex jugoslavo occupato dai tedeschi e nella Croazia si trasferirono nelle provincie di Fiume, di Lubiana e della Dalmazia, rifiutandosi di ritornare nelle località di provenienza dove sarebbero andati incontro a gravi violenze personali con pericolo anche di soppressione.
Presi gli ordini Superiori, fu disposto che fosse consentito il loro ingresso nel Regno qualora essi corressero pericolo di vita se respinti.
La Questura di Lubiana riferisce ora [che] da qualche giorno è ripresa l’affluenza di ebrei stranieri profughi dalla Croazia che emigrano in quella provincia clandestinamente per sottrarsi alle persecuzioni cui sarebbero oggetto da parte degli ustascia e che si rifiutano di far ritorno in patria dove andrebbero incontro a sicura morte.
La Predetta Questura chiede di conoscere se gli ebrei di cui trattasi debbano essere accolti nel Regno o respinti nel paese di provenienza.
Se ne riferisce per le Superiori determinazioni.
Roma, li 4 ottobre 1942 XX
respinti M [testo manoscritto da Mussolini sulla parte inferiore dell’Appunto]
[Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Repubblica sociale italiana, cat. A16 Stranieri (1943-1944), b. 13, fasc. Ebrei stranieri ex-jugoslavi, Direzione generale della pubblica sicurezza, n. 443/152826, Appunto [per Mussolini], 4 ottobre 1942]