La musica di Felix Mendelssohn Bartholdy e l’antisemitismo di Mussolini
Nel corso dell’intensa cerimonia al Quirinale per il Giorno della memoria, 27 gennaio 2017, sono stati eseguiti alcuni brani del compositore tedesco Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847) ed è stata menzionata la persecuzione subita dalle sue opere e dalla sua memoria nella Germania nazista, che lo aveva classificato “di razza ebraica”.
Non è stata menzionata l’analoga persecuzione attuata nell’Italia fascista. Essa è documentata tra l’altro da un documento che attesta anche lo strutturato e precoce antisemitismo del dittatore Benito Mussolini. Il 19 gennaio 1938 egli si espresse nel seguente modo (ma le sue parole furono riportate per iscritto da un’altra persona): “Avevo detto ad Alfieri [Dino Alfieri, ministro della Cultura popolare] di ridurre musica ebraica alla radio. Ieri sera invece è stato dato un pezzo di Mendelsen [sic]” (Fabre 1998, 50-51).
Riferimenti bibliografici e archivistici
Fabre 1998 – Giorgio Fabre, L’elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, Zamorani, Torino 1998.